I finalisti dello scorso anno, Djoković e il campione in carica Alcaraz, partono col favore dei pronostici, ma ci sarà da tenere d’occhio anche Sinner, nonostante lo scarso feeling con l’erba, e Dimitrov, a fine carriera, ma ancora capace di giocare un tennis efficace ed esteticamente apprezzabile.
Riusciranno Alcaraz e Djoković a bissare la finale dello scorso anno?
L’evento tennistico più antico del mondo sta per tornare. Dopo la splendida vittoria ottenuta da Alcaraz lo scorso anno, ci si aspetta una finale bis contro Novak Djoković, dato per favorito dai bookmakers. Il serbo, ancora numero uno al mondo, ma in netto calo rispetto agli ultimi anni, potrebbe beneficiare di un ambiente a lui favorevole, nel quale si sente letteralmente a casa. Senza contare la voglia di riscatto e il desiderio di centrare l’ottavo trionfo in un torneo che lo ha già visto per sette volte sul gradino più alto del podio. Vincere per l’ottava volta Wimbledon vorrebbe dire raggiungere Roger Federer, l’unico ad aver riportato il trofeo così tante volte. In casa del fuoriclasse spagnolo continua a tenere banco la questione relativa alle sue condizioni fisiche. Carlos Alcaraz, cui Sinner ha recentemente strappato il secondo posto nel ranking ATP, è stato costretto a saltare il Masters 1000 di Monte Carlo e l’Open di Barcellona per un infortunio alla mano.
La quiete prima della tempesta
In attesa degli Slam più seguiti, c’è chi è costretto ai box e chi sta cercando di recuperare la forma. Tra i più attesi figura il campione murciano, che di recente ha affermato: „a Monte Carlo ho sentito un fastidio improvviso all’avambraccio, ma non ho pensato a nulla di serio. Da qualche giorno, però, il dolore è diventato più intenso“. Resta da capire quali saranno i tempi di recupero, sperando che possa arrivare in forma agli appuntamenti che contano. Tornando a Djoković, le sue condizioni psicofisiche restano avvolte nel mistero. Il numero uno al mondo ha perso prima contro Nardi a Indian Wells, quindi contro Ruud nella semifinale di Monte Carlo. La voglia di tornare al top è tanta, ma il serbo deve fare i conti con l’età, le motivazioni e, soprattutto, una nuova generazione di tennisti che sa il fatto suo. Come se non bastasse, a marzo sono arrivate le critiche del Guardian, che lo ha accusato di tennis catenaccio, scrivendo: „Quando si ritira Djoković? Ha perso addirittura contro Nardi e il suo gioco ha fatto evidenti passi indietro“.
Il terzo incomodo e gli outsider
Nonostante la maggior parte degli esperti veda Alcaraz e il serbo davanti a tutti, bisognerà fare i conti con la fame di Jannik Sinner che, contrariamente allo spagnolo, sta bruciando le tappe e punterà a trionfare anche in Inghilterra. Sinner ha tutto per fare bene a Wimbledon, nonostante uno scarso feeling con l’erba sebbene i riferimenti siano ancora pochi. L’altoatesino è in gran forma e, soprattutto, ha una voglia matta di prendersi la scena. Dei tre è quello che arriva meglio all’appuntamento. Certo, a Monte Carlo si è fatto superare da Tsitsipas, complice un problema fisico, ma ha già rilanciato annunciando la sua presenza ai prossimi eventi: „Madrid mi servirà per prepararmi per Roma e, soprattutto, per Parigi. Lavorerò tanto in palestra“. Ma chi sono i principali outsider? Alle spalle dei „big three“ ci sono tennisti da tenere in considerazione come Medvedev e il redivivo Nadal. Senza dimenticare Dimitrov, finalista a Miami dove ha eliminato Alcaraz in due set (6-2, 6-4) e Zverev in tre. Bello, semplice ed efficace il tennis del bulgaro, che a quasi 33 anni ha trovato la piena maturità.