Una lenta risalita dopo il buio del Covid. Le squadre di Serie A stanno facendo il possibile per estinguere i debiti contratti, ma la situazione non è affatto semplice.
La Serie A è schiacciata dai debiti
I conti non tornano, ragion per cui tutti cercano di moltiplicare gli introiti: se dal punto di vista sportivo fa gola la qualificazione alla Champions League, che porta con sé maggiori sponsor e ricavi al botteghino, per incrementare le entrate complessive è necessario stringere anche altri accordi. Quali? Amichevoli ai quattro angoli del globo, tournée estive in Cina e negli Stati Uniti, semifinali e finali di supercoppa in Arabia Saudita. Del resto, i bilanci resi noti dai club professionistici italiani evidenziano un indebitamento da record, che nel 2023 ha toccato i 5,6 miliardi di euro. Una cifra, questa, più bassa rispetto a quella del 2022 (-0,6%), ma pur sempre catastrofica. Ma qual è la situazione dei tre club più importanti e titolati dello Stivale?
Inter
Il club campione d’Italia è anche quello più indebitato. Al 30 giugno 2023, l’indebitamento lordo era pari a 807,3 milioni di euro. Numeri importanti, ai quali il fondo d’investimento americano Oaktree dovrà trovare una soluzione. Terminata l’era Suning, l’Inter è passata ufficialmente nelle mani di Oaktree, i cui vertici hanno ribadito che l’organigramma societario del club non cambierà. I protagonisti rimarranno gli stessi, eccezion fatta per i consiglieri di Zhang in quota Suning. La certezza è che almeno durante le prime settimane, le linee guida impartite a Marotta, Ausilio e Baccin saranno identiche al passato: sostenibilità economica, operazioni oculate e budget zero finché non si cede. Per eventuali cambi di scenario bisognerà attendere che il nuovo corso diventi effettivo. L’impressione, comunque, è che i proprietari americani abbiano intenzione di dare la precedenza all’estinzione dei debiti e, in un secondo momento, di valutare una cessione redditizia del pacchetto.
La Juventus
Al termine della scorsa stagione, la Juventus aveva un debito lordo complessivo pari a 791,8 milioni di euro. Tutto ciò nonostante tre aumenti di capitale per un valore complessivo di 900 milioni di euro in soli cinque anni. I tempi degli acquisti folli, vedi Cristiano Ronaldo e Higuain, sembrano finiti per sempre. Certo, l’assenza dalle coppe europee ha pesato non poco sulle casse societarie. Ma occorre comunque una svolta che, secondo i vertici, dovrebbe arrivare dalla parte commerciale, in crescita rispetto agli anni passati. A questa andranno ad aggiungersi i ricavi provenienti dalla doppia qualificazione alla Champions League e al Mondiale per Club, oltre a quelli dei diritti TV che, dopo l’assenza dalle coppe, dovrebbero tornare quanto meno ai livelli del 2022.
Il Milan
Tra le tre, quella messa meglio è senza dubbio il Milan, i cui debiti ammontano a 250,7 milioni di euro. Tuttavia, nelle ultime settimane ha tenuto banco la questione dei debiti di Gerry Cardinale nei confronti del fondo Elliott. Un aspetto del quale, a detta di molti, si parlerebbe troppo poco. Secondo Il Sole 24 Ore, la scadenza del prestito sarebbe fissata al 2025. La cifra totale che il fondatore di RedBird dovrebbe restituire al fondo Elliott è di 695 milioni di euro, di cui 145 di soli interessi. La cosa ha generato un bel po’ di apprensione in casa Milan, sebbene non si tratti di debiti intestati direttamente alla società. Cardinale, dal canto suo, ha già cominciato a cercare eventuali investitori pronti a versare nuovi capitali, in modo da liberarsi del prestito e dedicarsi alla squadra. Il 2025 è vicino, ragion per cui sarà necessario accelerare i tempi.
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