Ultimatum di Marc Marquez alla Honda. “Alla Honda do due anni di tempo, quello del mio contratto. Altrimenti cambio aria”. Un fulmine che si è abbattuto sulla scuderia giapponese, alle prese con quella che probabilmente è la stagione più difficile della sua storia recente. I tempi di reazione alle richieste dei piloti sono lentissimi, al punto che in più di una occasione Stefan Bradl ha spiegato che Ducati e Aprilia surclassano la Honda proprio perché reagiscono molto più velocemente alle sollecitazioni. Ora è il turno di Marc Marquez. Non una voce qualsiasi, ma quella del pilota che ha dominato la moto go fino al suo infortunio. Ora che ha recuperato ed è pronto a ritornare in pista, però, Marquez mette sul chi va la la scuderia. „Non mi nascondo – ha raccontato ai microfoni di DAZN – ho sempre detto che Honda è il marchio dei miei sogni. Ma finché corro ad alti livelli, voglio un progetto vincente“. Il primo step, spiega Marquez. È proprio cambiare la tipologia di comunicazione tra i box e la casa madre in Giappone. È quello il punto debole della scuderia, ed è su quello che bisogna iniziare a lavorare. „La situazione della Honda – ha spiegato – non è un disastro, è come un puzzle. Io non ho chiesto la testa di nessuno, ma nel modo di lavorare ho la sensazione che si perdano informazioni, che le mail non arrivino a destinazione“. Quanto all’infortunio, ormai alle spalle, quello che preoccupa Marquez è soprattutto il riuscire a ritrovare in fretta la condizione. „Un braccio con quattro operazioni non sarà mai come uno senza, lo dice l’anatomia. Ma sono felice, perché vedo dei progressi“.